L’intervento del Presidente Cei Bassetti sui settimanali diocesani
“Un presidio importante sul territorio dove la Chiesa locale vive ed opera, e dove ha la possibilità di esprimersi liberamente e di raggiungere le famiglie e le persone”. Così il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, commenta, in un intervento pubblicato il 14 marzo dal settimanale umbro “La Voce”, il ruolo dei settimanali diocesani che, “con la loro presenza capillare in tutto il Paese, sono espressione di una comunicazione di prossimità”.
“Al di là di ogni retorica sul territorio, oggi molto di moda, questa esperienza comunicativa, apparentemente ai margini del dibattito pubblico, è in realtà estremamente importante per comprendere le molte modalità con cui la Chiesa si esprime e la complessità del rapporto tra religione e media”, sottolinea Bassetti.
Secondo il presidente della Cei, “la comunicazione di prossimità che si esprime sul territorio è in primo luogo un mandato di carità verso le periferie esistenziali e fisiche del nostro Paese, ma è anche, in secondo luogo, un modo di agire sul territorio che non consiste soltanto nel fare informazione ma, addirittura, anche nel fare formazione”. Questo, spiega Bassetti, significa “coltivare il senso di comunità ben oltre l’appartenenza ecclesiale e in definitiva, contribuire a costruire quelle identità cittadine che rappresentano, da sempre, la tradizione civica dell’Italia e una parte importantissima della nostra storia”.
Inoltre, il presidente della Cei osserva che vi è un “processo di banalizzazione o, meglio, di stereotipizzazione della religione sui grandi media nazionali”, evidenziando che “l’esigenza del racconto, al tempo stesso, veloce, sintetico e spettacolare, dei grandi media nazionali contribuisce alla costruzione di questo processo di stereotipizzazione della religione che non solo non aiuta a comprendere il messaggio veicolato, ma addirittura lo rinchiude dentro a dei canali narrativi che spesso sono dei veri e propri recinti comunicativi”. Recinti, precisa, “in cui è molto difficile cogliere il significato profondo del messaggio ed è ancor più ostico affrontare un dibattito”.
Bassetti, soffermandosi sul rapporto tra “religione, media e spazio pubblico”, invita “chi studia e riflette sulla comunicazione” ad amare “la verità. Amare la verità – cita Papa Francesco – vuol dire non solo affermare, ma vivere la verità, testimoniarla con il proprio lavoro”. “Parlare oggi di verità in un’epoca storica che alcuni hanno definito addirittura della ‘post-verità’ potrà sembrare desueto”. Ma, conclude, “ritengo, invece, che sia di grandissima importanza: per il futuro e lo sviluppo della nostra società”.
Fonte Sir: http://www.agensir.it