RELIGIOSA E VOLONTARIO UCCISI IN BURUNDI

“C’è del bene nel mondo”. Così i giornali Fisc commentano l’uccisione, nella missione bresciana di Kiremba (Burundi), del volontario veronese Francesco Bazzani, della suora croata Lukretia Mamic, e il ferimento della suora bresciana Carla Brianza. “La vera ragione della loro morte – afferma Bruno Cescon, direttore del Popolo (Concordia-Pordenone) – sta in una cocciutaggine evangelica: voler vivere e morire in nome della loro fede in Dio e nell’uomo fra le piaghe del pianeta, nonostante la violenza e il terrore… La tragica fine del volontario, della suora croata e il ferimento della sorella bresciana ci invitano a guardare oltre i nostri debiti sovrani, gli spread, le Borse, l’euro. Se esiste una globalizzazione anche negativa dell’economia, della finanza, per nostro conforto continua a crescere una globalizzazione delle opere di bontà”. Per Adriano Bianchi, direttore della Voce del Popolo (Brescia), “l’amore oblativo, lo stile di una vita donata, che ancora una volta abbiamo visto nel martirio dei nostri missionari in Burundi, ci ricorda che donare la vita è un’esigenza del Vangelo e che se vogliamo ‘ritrovarci’ dobbiamo avere il coraggio di ‘perderci’. Kiremba, che è per noi il simbolo della passione della nostra Chiesa per il Vangelo che arriva fino ai confini della terra, oggi bagnata dal sangue di suor Lucrezia e di Francesco, ritorna su Brescia richiamandola a spendersi fedelmente e con generosità in ogni contesto ecclesiale, sociale, politico, economico. Solo così queste morti non saranno vane”.
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