GOVERNO MONTI

Sono tre gli obiettivi che deve perseguire il governo Monti, scrive Giampiero Moret, direttore dell’Azione (Vittorio Veneto): “Mettere al sicuro le nostre finanze oggetto di attacchi pericolosissimi, rimettere in moto la crescita, non provocare disastri sociali. Il primo è quello più immediato perché siamo con un piede sul baratro del fallimento. Gli altri due sono da tenere strettamente uniti: crescita, perché se non si cresce, serve poco tamponare la frana finanziaria, ma senza ‘macelleria sociale’ che butterebbe nella disperazione milioni di famiglie”. “Crescita ed equità sono le due nuove parole d’ordine per le riforme da attuare. Si possono praticare fin da subito combattendo l’evasione fiscale, vera piaga italiana. Ci vuole una norma per la tracciabilità dei pagamenti: se non per importi da 100 euro (auspicabili), almeno da 500. Accanto a ciò, la famiglia deve tornare in cima ai pensieri di chi ci guida”, sottolinea Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina). Così descrive Monti la Cittadella (Mantova): “Il profilo della persona chiamata dal presidente Napolitano a guidare il governo è ben descritto da due parole: la sobrietà (come stile di vita, linguaggio e atteggiamento generale) e la competenza professionale che nessuno, intellettualmente onesto, può disconoscere”. Per Marco Bonatti, direttore della Voce del Popolo (Torino), “nella nuova era dei ‘tecnici’ al risanamento economico deve accompagnarsi una ‘restaurazione della politica’, ugualmente necessaria e urgente”. Fa mea culpa Massimo Manservigi, direttore della Voce di Ferrara (Ferrara-Comacchio): “L’Italia che abbiamo sotto gli occhi siamo noi, anche se preferiamo che sia quella degli altri. E allora? Venga pure il Monti della situazione, ma ricordiamoci che senza di noi non potrà fare nulla”. “Dentro o fuori del Governo Monti, di Centro destra o di Centro sinistra, ora i parlamentari in carica dovrebbero fare davvero l’interesse del Paese accettando loro per primi la medicina amara che ci viene prescritta, e aiutandoci ad assumerla nelle giuste dosi per rilanciare il Paese tutti insieme”, osserva Giulio Donati, vicedirettore del Piccolo (Faenza-Modigliana). “Monti di sicuro non è uomo di partito, schierato da una parte o dall’altra. E questo è garanzia d’indipendenza: non cercherà gli interessi di un partito o dell’altro, di una lobby o dell’altra, ma solo tenterà di salvare l’Italia dal baratro in cui si trova”, osserva Vincenzo Rini, direttore della Vita Cattolica (Cremona).Al nuovo premier tocca, secondo Vincenzo Tosello, direttore di Nuova Scintilla (Chioggia), “l’ardua missione di calibrare rigore ed equità, tagli e incentivi: le sue mani libere – fin che il Parlamento gliele lascerà – sono una garanzia su cui puntano tutti (o quasi) gli italiani, fiduciosi in questo prof. prestato alla politica vera, che è servizio alla ‘polis’, in attesa che quella dei partiti – anch’essi certo vitali per la democrazia – torni ad essere credibile ed efficace”. Per Stefano Fontana, direttore di Vita Nuova (Trieste), “chiamarlo governo ‘tecnico’ è riduttivo e se rimane solo tale non riuscirà a far fronte ai problemi. Perché Monti riesca nell’intento c’è bisogno che forze politiche di diversa impostazione ideologica trovino un accordo sulle cose da fare, superando le contrapposizioni”. A giudizio di Lauro Paoletto, direttore della Voce dei Berici (Vicenza), il governo Monti “rappresenta senz’altro una speranza” anche per la fine delle contrapposizioni. Luca Sogno, direttore del Corriere Eusebiano (Vercelli), sostiene: con l’avvento di Monti “la politica è più che mai in campo, liberata dal complesso del ‘nemico’ può finalmente dare il meglio di sé come fece nell’Italia del dopoguerra. Questa non è solo una speranza. È una vitale necessità”. La Voce Alessandrina (Al…

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