Siamo angustiati per lItalia. Bruno Cescon, direttore del Popolo (Concordia-Pordenone), parte dallaffermazione del card. Bagnasco nella prolusione al Consiglio episcopale permanente, per fare unanalisi del Paese: È lintera Chiesa italiana, la Chiesa delle parrocchie, che sul territorio affrontano povertà, immigrazione, disoccupazione e tante altre sofferenze, a sopportare la disattenzione della politica per i problemi reali. Ora non si tratta di essere catastrofisti. Non è vero che nel nostro Paese va male tutto. Un patrimonio italiano è la grande laboriosità. Non manca assolutamente il volontariato. Le famiglie fanno rete per sostenersi vicendevolmente. Le amministrazioni locali sono presenti sul territorio e seguono i problemi, sia pur talvolta con un eccesso di politicizzazione. La società avverte il bisogno della presenza di una generazione nuova di italiani e cattolici e le Settimane Sociali dovrebbero aiutare a riprendere uno spazio pubblico. Anche Giordano Frosini, direttore della Vita (Pistoia), prende spunto dalla prolusione del cardinale: La diagnosi del nostro Paese uscita dalla Consiglio episcopale permanente è impietosa e preoccupante. Un Paese che barcolla su se stesso, che si perde in polemiche senza fine e senza misura, che ha dimenticato i problemi che angustiano la nostra gente, un Paese giunto allanticamera dellimplosione, cioè a quel momento in cui, per la pressione esterna, le pareti di un corpo cedono bruscamente e ricadono al proprio interno, perciò bisogna fermarsi finché siamo in tempo.