Di fronte alla manovra finanziaria anticrisi, rileva Guglielmo Frezza, direttore della Difesa del Popolo (Padova), sarebbe lecito attendersi una chiara visione strategica degli obiettivi e delle priorità che il Paese deve darsi, in modo che i sacrifici siano il più possibile condivisi e soprattutto efficaci. E invece da un lato le energie del governo paiono indirizzarsi verso provvedimenti di cui a fatica si coglie limportanza, dallaltro sembra essere sempre e solo la contingenza a guidare il valzer dei tagli. Il bene comune così efficacemente evocato da più parti, come insegna la dottrina sociale della Chiesa, non può prescindere innanzitutto dal rispetto della persona e dallimpegno delle istituzioni a garantire laccesso ai servizi essenziali: alimentazione, lavoro, educazione, salute, abitazione, libera circolazione delle informazioni. Assillati e sconcertati dalle cronache quotidiane rimarca Vincenzo Tosello, direttore di Nuova Scintilla (Chioggia) vien da domandarsi se siamo ancora in uno Stato di diritto o in uno Stato in cui vige e simpone sempre più larte di arrangiarsi. Stagione di dimissioni al governo (Scajola, Brancher, Cosentino), che se non prova colpevolezze denota inquietudine e confusione. Stagione che si aggiunge ad altri eventi recenti di altre dimissioni e altre accuse o altri sospetti che si connotano sempre più come bipartisan. Larte di arrangiarsi, ritenuta caratteristica di molti italiani, sembra elevata a livello magistrale, con una valanga di corruzione che rischia addirittura di non fare più notizia o di suscitare sempre meno sdegno, tanto è colma la misura.