In occasione della Giornata mondiale del malato (11 febbraio), attraverso le pagine di Luce e Vita il vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzi-Terlizzi, mons. Luigi Martella, idealmente si fa accanto ad ogni sofferente stringendogli la mano: Partecipare vuol dire stare vicino, soffrire lo stesso dolore, capire, tacere, rendersi utili. Partecipare vuol dire non abbandonare al suo destino chi è nella prova, significa condividere il dolore, aiutare a sopportarlo. Partecipare significa pregare lunico Essere in grado di confortare veramente: Dio il Consolatore. Per la Giornata del malato Insieme (Nocera Inferiore-Sarno) racconta due storie: Di un figlio che segue con premura la madre gravemente malata e di un sacerdote che trascorre le sue domeniche allOspedale Umberto I di Nocera Inferiore, per offrire conforto a numerosi ammalati. Per Cammino (Siracusa), questa Giornata è loccasione privilegiata per testimoniare un modo particolare di entrare in contatto con le persone dove esse si trovano, di camminare con i malati e tutti coloro che li assistono e li curano, condividendo con loro le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce, (Gaudium et spes), i loro dubbi e le loro domande, comunicando la Parola di Dio che conforta e celebrando i sacramenti che sanano partendo dalla diakonia della presenza, dellascolto e della relazione. Il valore aggiunto è una sensibilità empatica capace di esprimere la compassione divina, una presenza che sappia trasmettere la misericordia del Padre. Voce della Vallesina (Jesi), invece, sposta lo sguardo alla grotta di Lourdes (la Giornata del malato si celebra nel giorno della memoria liturgica della Madonna di Lourdes), dove Maria apparve a Bernardette: A Lourdes, come in qualsiasi luogo di apparizione mariana, si sente il bisogno di allontanare e fermare i rumori della vita per lasciare spazio al silenzio e alla preghiera.