CRISI, SOBRIETA’ E RISPARMIO

“Come uscire dalla crisi?”. È l’interrogativo che accomuna molti editoriali dedicati all’attuale situazione economica e sociale. Secondo Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina), “occorre recuperare un maggiore senso di corresponsabilità. Da soli non si va da nessuna parte, né come Paese né come singoli. La storia europea degli ultimi mesi conferma che le decisioni degli uni incidono su quelle degli altri, in un tourbillon di alti e bassi che non favorisce nessuno se non si mette al primo posto il bene comune, quel bene che è molto di più della somma del bene di tutti”. Per Adolfo Putignano, direttore dell’Ora del Salento (Lecce), “s’impongono due grandi sfide: soddisfare l’esigenza di una nuova esperienza della gestione pubblica e riuscire a realizzare un’economia protesa verso il bene di ogni cittadino, orientando le relazioni finanziarie all’interno di un sistema impegnato effettivamente al servizio di tutti e valorizzando la sussidiarietà sociale”. Riflettendo sulla crisi, Marco Bonatti, direttore della Voce del Popolo (Torino), si sofferma in modo particolare sulla “cultura del risparmio”. “Dopo 30 anni di liberismo e ‘libertà’ sbandierate – scrive Bonatti –, ci accorgiamo che la crisi ci toglie non solo la libertà di spendere e spandere, ma quella, molto più fondamentale, di risparmiare: cioè di decidere – liberamente – come orientare i nostri consumi e le nostre risorse. Per questo serve una ‘cultura del risparmio’ che significa anche vita sobria, solidarietà, attenzione al bene comune. È da qui, e da nessun’altra parte, che comincia l’uscita dal tunnel”. Insomma, si legge su Nuovo Diario Messaggero (Imola), “quale prospettiva per lo sviluppo dell’economia se non quella basata sulla centralità dell’animo umano? E quali sono gli elementi a fondamento della crescita dell’uomo stesso? Il cuore dell’uomo è per l’infinito, e da questo legame occorre ripartire per dare un significato al lavoro nella famiglia, nel campo, nella fabbrica, nell’ufficio, nel negozio, nel laboratorio e, non ultimo, tra i banchi e le aule”. Secondo Giordano Frosini, direttore di Vita (Pistoia), “lavorare per la giustizia vera, riducendo notevolmente le distanze fra ricchi e poveri, eliminando i paurosi dislivelli che si sono formati, rimane uno degli obblighi più importanti e prioritari. L’alternativa non è nemmeno da prendere in considerazione”. Secondo Giuseppe Lombardo, direttore di Cammino (Siracusa), “nei momenti di difficoltà dobbiamo tirar fuori la forza e la ricchezza d’animo che è insita nel profondo di ognuno di noi. La solidarietà e l’attenzione verso il più debole non devono essere seppellite dall’incertezza del futuro”. Per Bruno Cescon, direttore del Popolo (Concordia-Pordenone), “risulta indispensabile la virtù della sobrietà, ma applicata a tutte le categorie”; “occorre dunque tagliare sprechi e privilegi”.
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