È notizia di questi giorni pure il declassamento dellItalia e di altri Paesi della zona euro, mentre prende sempre più piede lidea della speculazione americana e di quanti finanziano le agenzie di rating. Chi scrive ci capisce ben poco di politica economica e finanziaria internazionale appunta in proposito Vincenzo Rini, direttore della Vita Cattolica (Cremona) ma, leggendo i giornali e le dichiarazioni di uomini espertissimi del settore ad esempio Mario Draghi , ha limpressione che non tutto quadri nelle vicende di rating di questi giorni. Dunque: i Paesi in difficoltà, a partire dallItalia, stavano facendo sacrifici impensabili per salvare la loro economia e, con essa, leuro; il famoso spread stava diminuendo, i tassi dinteresse di Btp e affini stavano tornando in posizione di quasi normalità, le borse sembravano tranquillizzarsi… ed ecco, allimprovviso, il rating: declassa Italia, Francia e altri ancora, mettendo in grossa difficoltà leuro e lUnione europea, oltre che i singoli Stati. Rimarca La Guida (Cuneo): Alle libere manovre della finanza internazionale, in particolare a quella anglo-americana, dobbiamo in gran parte la crisi che stiamo vivendo. Il processo di rientro dal debito prosegue il giornale piemontese è in corso, ormai a tappe forzate, ma il recente intervento di S&P, agenzia americana che valuta i rischi per gli investitori classificando, su loro richiesta e a loro spese, laffidabilità dei Paesi e dei loro titoli pubblici offerti sul mercato per il necessario rifinanziamento, è avvenuto non a caso alla vigilia di un denso calendario di emissioni di titoli di Stato, con singolare tempismo.