Al centro degli editoriali dei settimanali, infine, lattualità politica. Cosa debbono fare da qui al 2013 i partiti per scongiurare la decapitazione di unintera classe politica, così come avvenne venti anni fa con tangentopoli?, riflette Pino Malandrino, direttore della Vita Diocesana (Noto), per il quale occorrono poche ma significative azioni: la riforma del sistema elettorale, innanzitutto, per ridare ai cittadini il potere di scegliere i loro candidati, e poi procedere a un vero rinnovamento della classe dirigente. (…) Basterebbero questi gesti minimi per favorire lavvento di una nuova classe dirigente da individuare fra le forze migliori della società. Bruno Cescon, direttore del Popolo (Concordia-Pordenone), parla della recente visita del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a Pordenone: Nella festosa accoglienza a Napolitano la città ha detto il suo grazie a colui che, come ha ricordato il sindaco Pedrotti, è davvero il presidente di tutti gli italiani. (…) È luomo delle istituzioni in dialogo con il suo popolo. Di rispetto delle istituzioni ne avevamo bisogno, così vilipese con incredibile leggerezza e superficialità dai partiti. E di un presidente, padre di questa nostra patria, ne sentivamo lurgenza. La crescita del tasso di disoccupazione, certificata in recenti statistiche insieme ad altri dati allarmanti che riguardano la situazione dei giovani, la recessione e la condizione dei lavoratori, porta La Guida (Cuneo) a dire che non stupisce che aumenti il disagio sociale in Italia e nel mondo, che non si fermino i flussi dei migranti, che cresca linstabilità politica e corra pericolo la democrazia. Stupisce invece che unintera classe dirigente, italiana ed europea, continui a danzare sullorlo del baratro, parlando troppo e daltro e trascurando i numeri che ha davanti agli occhi.