Lultimo applauso al Meeting dei giornalisti cattolici che si è tenuto a Grottammare (Ascoli Piceno) da giovedì a sabato scorsi è stato tutto per Simone Incicco, 30 anni, giornalista dellAncora, il settimanale della diocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone- Montalto e responsabile del sito Web. In tanti hanno collaborato alla riuscita della terza edizione di un evento che sta diventando un riferimento per la stampa cattolica, ma Simone uomo di poche parole è un po lanima (robusta) e il punto di riferimento della squadra di questo Meeting capace di unire formazione professionale per i giornalisti, cultura, svago e relazioni umane.
Come nasce lidea di un appuntamento con queste caratteristiche, e perché?
Da una chiacchierata estiva nel 2013 con Antonio Gaspari, direttore dellagenzia Zenit. Papa Francesco era stato eletto da poco e ci siamo chiesti se non fosse utile organizzare qualcosa per aiutare la comunicazione cattolica a fare squadra di fronte alla sfida delle tecnologie digitali. Per questo abbiamo scelto il titolo «Pellegrini nel Cyberspazio». Siamo partiti con una sana incoscienza, senza renderci conto dellimpegno enorme che avrebbe richiesto. Dai 60 iscritti del primo anno siamo passati ai 150 del terzo.
Lo scorso anno il tema è stato «Raccontare Dio», ora «La foresta che cresce». Cosa avete voluto comunicare?
Quando un albero grande cade fa molto rumore, come accade per le notizie negative, e oscura la foresta delle buone notizie che invece cè e cresce in silenzio. Noi raccontiamo queste ultime, e dobbiamo continuare a farlo anche con le nuove tecnologie. A volte nel nostro mondo cè un po di resistenza al cambiamento, ma la Chiesa è sempre stata allavanguardia nella comunicazione, deve stare al passo con i tempi e continuare ad anticiparli. Come giornalisti cattolici non possiamo chiuderci in noi stessi, dobbiamo aprirci al nuovo e volare alto.
Al Meeting di Grottammare si respira unaria speciale, molti partecipanti lo hanno notato
e lo riconoscono con piacere. Qual è la formula del successo?
Devo ringraziare innanzitutto il territorio: tanta voglia di collaborare e di ospitare le persone fa la differenza, e si avverte. Abbiamo scelto di non chiuderci in ununica struttura per il Meeting, ma di essere aperti a quello che offre questa terra. Importante è anche riconoscimento dellOrdine dei giornalisti delle Marche: chi frequenta corsi e incontri può maturare crediti formativi. Al Meeting è poi collegato un premio giornalistico. Ma una bella caratteristica credo sia la possibilità di partecipare insieme alle proprie famiglie. Molti arrivano con le mogli, i mariti, i figli, anche piccoli, e per gli accompagnatori organizziamo momenti di svago. Si crea un clima di amicizia tra le persone, si intessono relazioni umane, si fa rete. Questo è forse il risultato più bello. Ci si conosce meglio e si rafforza lidentità di gruppo.
Per il futuro che cosa avete in mente?
Allinizio siamo partiti insieme alla Federazione dei settimanali cattolici (Fisc), al Sir e a Zenit.
Poi si è aggiunta lUnione della stampa cattolica (Ucsi). Questanno non mi è sembrato vero poter avere tra i molti ospiti tutti e tre i direttori delle testate cattoliche nazionali, Avvenire, Sir, Tv2000 e Radio InBlu. Avevo persino timore di invitarli… Per tre giorni linformazione nazionale ha abitato una ‘periferia’, vivendola in pieno, e in futuro sarebbe bello poter ampliare ulteriormente la partecipazione e crescere, aprendoci ancora di più a persone esterne al mondo dei nostri media. Riuscire a suscitare lattenzione anche di giornalisti non cattolici e portare tra i relatori persone con esperienze diverse e lontane. Può essere unoccasione di evangelizzazione…