SADAD MIGLIAIA DI CRISTIANI IN FUGA DA ISIS. «NON CI SERVE UN ALTRO GENOCIDIO»
Migliaia di cristiani in fuga dalla violenze dello Stato Islamico. È il drammatico quadro descritto ad Aiuto alla Chiesa che Soffre dallarcivescovo siro-ortodosso di Homs, Selwanos Boutros Alnemeh. Il presule ha reso noto che dal 31 ottobre ad oggi la cittadina cristiana di Sadad è sotto attacco da parte di Isis, mentre il vicino villaggio di Maheen è già caduto in mano ai jihadisti.
Per paura dellavanzata degli uomini di al Baghdadi oltre 15mila persone sono fuggite dalla cittadina cristiana e dal vicino centro di al-Hafar, per cercare rifugio ad Homs, Zaidal e Fairouzeh. «Nonostante la presenza dellesercito siriano, Sadad è in pericolo e temiamo che Isis possa riuscire a conquistare la città. Se così fosse, la Siria perderebbe uno dei suoi centri cristiani più importanti». Larcivescovo ricorda come già nellottobre 2013 Sadad fu teatro di un tragico attacco, quando una coalizione jihadista, che comprendeva uomini dello Stato Islamico, uccise 45 cristiani, gettando molti dei loro corpi in fosse comuni. I fondamentalisti distrussero inoltre molte chiese e abitazioni cristiane.
Padre Luka Awad, referente per le emergenze umanitarie della diocesi siro-cattolica di Homs, riferisce ad ACS che la maggior parte delle persone fuggite da Sadad nei giorni scorsi non ha avuto il tempo di portar nulla con sé. «Stiamo facendo il possibile per aiutarli. Ora la priorità è trovar loro un luogo dignitoso in cui possano vivere. Certo le nostre risorse sono limitate, ma grazie al sostegno ricevuto anche da Aiuto alla Chiesa che Soffre riusciamo a fornire assistenza umanitaria e a distribuire cibo e vestiti».
Resta una grande preoccupazione per il protrarsi dei combattimenti e la continua avanzata di Isis. Padre Luka fa notare come Sadad abbia unimportanza strategica per gli uomini dello Stato Islamico perché si trova sulla strada tra Homs e Damasco e consentirebbe loro di controllare il traffico tra le due città. Inoltre conquistando la cittadina i jihadisti si avvicinerebbero ad Homs e ad unarea ricca di petrolio.
«Oltre alle ragioni economiche, i fondamentalisti vogliono Sadad perché è un centro cristiano dove si parla ancora laramaico: la lingua di Gesù. Quando hanno attaccato Qaryatayn, avevano già minacciato di voler uccidere tutti i cristiani di Sadad». Se la cittadina cadesse in mano agli estremisti, una parte altamente significativa delleredità cristiana della Siria andrebbe perduta ed è anche per questo motivo che padre Luka fa appello alla comunità internazionale affinché metta fine al conflitto e difenda la comunità cristiana. «Cento anni fa, nel 1915, abbiamo già subito un genocidio. Oggi, nel XXI secolo, non ce ne serve un altro».
Dallinizio della crisi in Siria, Aiuto alla Chiesa che Soffre ha donato oltre 8milioni e 600mila euro per progetti di assistenza umanitaria e pastorale nel paese.
Roma, 9 novembre 2015
Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), Fondazione di diritto pontificio fondata nel 1947 da padre Werenfried van Straaten, si contraddistingue come lunica organizzazione che realizza progetti per sostenere la pastorale della Chiesa laddove essa è perseguitata o priva di mezzi per adempiere la sua missione. Nel 2014 ha raccolto oltre 105 milioni di euro nei 21 Paesi dove è presente con Sedi Nazionali e ha realizzato 5.614 progetti in 145 nazioni.