SE IL RECAPITO A “SINGHIOZZO” SOFFOCA I GIORNALI LOCALI

Un’altra mazzata sul mondo dell’editoria. Dopo il costante ridimensionamento (meno 90% in pochi anni) avvenuto negli ultimi tempi sui contributi pubblici in favore di quotidiani e periodici non profit, ora è alle porte la consegna della posta a giorni alterni. Un vero e proprio salasso per tantissimi giornali che basano il loro legame con i lettori sul recapito postale. 

 
Già sono molto numerose le lamentele che giungono ogni giorno nelle redazioni, nonostante l’obbligo, per le Poste, della consegna entro il giorno successivo a quello del ricevimento. Se per legge si dovesse disciplinare il recapito “a singhiozzo”, numerosi editori si troverebbero in condizioni di enorme difficoltà. Ad oggi quasi non esiste alternativa a Poste Italiane.
 
Siamo in presenza, però, di un piano strategico nel quale è prevista l’ipotesi di riorganizzazione contenuta nella “Consultazione pubblica” portata avanti dall’Agcom, l’Autorità di garanzia per le comunicazioni. Nel documento si definisce “trascurabile” l’importanza della consegna dei giornali se confrontato con le esigenze di sostenibilità del servizio. Una definizione, quella della trascurabilità, che riguarderebbe oltre 5200 comuni italiani e coinvolgerebbe 15 milioni di cittadini. Quindi, certamente non trascurabile, bensì in grado di realizzare una evidente discriminazione tra cittadini di serie A e altri di serie B, spesso già meno serviti perché residenti in territori più marginali.
 
Non serve, al riguardo, invocare la diffusione della Rete come surrogato al giornale cartaceo. Infatti, gli stessi territori in cui si vorrebbe portare la posta a giorni alterni (una settimana lunedì, mercoledì e venerdì, quella successiva martedì e giovedì) sono quelli nei quali la Rete o non è presente o arriva molto debole. In questo modo si amplierebbe il divario tra chi è già servito e chi lo è in parte e vedrebbe ridursi i collegamenti.
 
Una situazione inaccettabile per le 190 testate della Fisc. Nei giorni scorsi abbiamo espresso la nostra “più totale contrarietà” al piano di Poste Italiane sia durante l’audizione svoltasi all’Agcom sia al tavolo per la riforma dell’editoria avviatosi nei giorni scorsi con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, l’onorevole Luca Lotti. Si aggiunge un ulteriore e pesante colpo a un comparto che vive in una situazione già molto critica. Con questi fatti qualcuno dimostra di voler decidere del nostro destino.
 
I bilanci non si compilano solo con i numeri. Dietro alle cifre ci sono volti e storie di persone. Chi interviene solo sulla carta non si rende conto delle conseguenze delle cosiddette “razionalizzazioni”. Per noi non potrà mai essere così. I nostri giornali sono attesi dai lettori. Favoriscono una trama di relazioni. Sono quotidiani che escono una volta alla settimana e contengono le notizie del giorno. Penalizzarli con un “recapito a scacchiera” significa decretarne la morte.
 
A questo punto speriamo solo che qualcuno comprenda la bontà e la serietà delle nostre ragioni, condivise anche a livello di Unione europea: il servizio universale deve essere garantito, salvo eccezioni (appunto “eccezioni” e non il 25% dei cittadini), cinque giorni su sette. Noi non ci stancheremo mai di ribadirlo. Ma a volte, in questo Paese, pare occorra ribadire l’ovvio.
 
Francesco Zanotti
 
 
(Lunedì 18 maggio 2015)
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