Roberto Calari, portavoce della campagna nazionale #menogiornalimenoliberi, e Francesco Zanotti, presidente dei Settimanali Fisc (che aderiscono alliniziativa), lanciano lallarme sulla riforma delleditoria in discussione alla Camera. A un anno dallavvio, la campagna riparte con lo slogan Una legge per chi legge.
Il punto chiave spiegano è che mancano certezze per chiudere i bilanci del 2015, lanno ponte della riforma delleditoria. La legge è un obiettivo importante e atteso, ma senza alcuni correttivi fondamentali si rischia unaltra pesante stagione di chiusure nei giornali, in particolare quelli locali. A rischio circa tremila posti di lavoro di giornalisti, grafici e poligrafici in oltre 200 testate.
Oltre alla mancanza di risorse per i contributi 2015, Calari e Zanotti indicano altre questioni sul tavolo: Lassenza di una norma per il socio sovventore nelle cooperative di giornalisti, la richiesta di rivedere le tempistiche di corresponsione del contributo pubblico e la previsione di un tetto massimo dei contributi rispetto ai ricavi senza forme di graduazione legate ai bacini di diffusione e alla tipologia di prodotto editoriale.
Bene le norme su giovani, start-up e digitale, ma attenzione, sottolineano, a legare i contributi per le testate online al numero effettivo di utenti unici raggiunti, che potrebbe aprire la strada a forme aggressive di click-baiting.
I promotori della campagna nazionale auspicano anche misure per sostenere laggregazione tra imprese in forma di rete, oltre che i processi di ristrutturazione e riorganizzazione.
Inoltre, Calari e Zanotti parlano dellinquietante vicenda della consegna limitata di giornali e periodici da parte delle Poste in molti Comuni italiani.
Comunque, il giudizio sulla riforma resta positivo. Non dimentichiamo che un anno fa stavamo discutendo la legge del M5S di abolizione totale del contributo diretto alleditoria ricordano , mentre oggi siamo di fronte alla scelta di dar vita a un Fondo per il pluralismo e linnovazione dellinformazione, stabile e dotato di risorse adeguate per dare corso ai principi affermati nellart. 21 della Costituzione. Chiediamo al Parlamento di non vanificare il grande lavoro fin qui compiuto, concludono Calari e Zanotti.
Il punto chiave spiegano è che mancano certezze per chiudere i bilanci del 2015, lanno ponte della riforma delleditoria. La legge è un obiettivo importante e atteso, ma senza alcuni correttivi fondamentali si rischia unaltra pesante stagione di chiusure nei giornali, in particolare quelli locali. A rischio circa tremila posti di lavoro di giornalisti, grafici e poligrafici in oltre 200 testate.
Oltre alla mancanza di risorse per i contributi 2015, Calari e Zanotti indicano altre questioni sul tavolo: Lassenza di una norma per il socio sovventore nelle cooperative di giornalisti, la richiesta di rivedere le tempistiche di corresponsione del contributo pubblico e la previsione di un tetto massimo dei contributi rispetto ai ricavi senza forme di graduazione legate ai bacini di diffusione e alla tipologia di prodotto editoriale.
Bene le norme su giovani, start-up e digitale, ma attenzione, sottolineano, a legare i contributi per le testate online al numero effettivo di utenti unici raggiunti, che potrebbe aprire la strada a forme aggressive di click-baiting.
I promotori della campagna nazionale auspicano anche misure per sostenere laggregazione tra imprese in forma di rete, oltre che i processi di ristrutturazione e riorganizzazione.
Inoltre, Calari e Zanotti parlano dellinquietante vicenda della consegna limitata di giornali e periodici da parte delle Poste in molti Comuni italiani.
Comunque, il giudizio sulla riforma resta positivo. Non dimentichiamo che un anno fa stavamo discutendo la legge del M5S di abolizione totale del contributo diretto alleditoria ricordano , mentre oggi siamo di fronte alla scelta di dar vita a un Fondo per il pluralismo e linnovazione dellinformazione, stabile e dotato di risorse adeguate per dare corso ai principi affermati nellart. 21 della Costituzione. Chiediamo al Parlamento di non vanificare il grande lavoro fin qui compiuto, concludono Calari e Zanotti.
Fonte Copercom: www.copercom.it
(mercoledì 2 marzo 2016)