Vengono ripuliti e sistemati uno per uno i tasselli dei mosaici della Natività a Betlemme. Quelli in alto sono leggermente inclinati verso il basso perché devono essere «letti» a naso allinsù a distanza di una dozzina di metri. È un lavoro certosino quello nelle mani di unazienda pratese specializzata nel restauro di beni storici e artistici, la Piacenti Centro Restauri, che da quasi tre anni lavora allinterno di una delle basiliche più importanti della cristianità, quella che sorge sul luogo della nascita di Gesù. Una delegazione della Fisc, la Federazione dei settimanali cattolici, nei giorni scorsi in Israele e Palestina per uniniziativa legata alle destinazioni dellotto per mille e per una serie di incontri con le realtà locali tra cui la parrocchia cattolica di Gaza, è potuta salire sui ponteggi allinterno della Natività accompagnata da Marcello Piacenti, uno dei figli del fondatore della ditta con sede in via Marradi, a Prato. Piacenti spiega la diffidenza iniziale da parte degli esponenti religiosi delle varie comunità cristiane che custodiscono i santuari di Terra Santa in base al cosiddetto «Statu quo». Diffidenza superata con i risultati dellottimo lavoro fin qui svolto a partire dal rifacimento del tetto attenendosi a criteri millenari. Era infatti dalla fine del 1400 che non venivano fatti lavori importanti di restauro. Il tutto si era limitato nei secoli a interventi occasionali, tanto che il tetto era ormai in pericolo. Da qui la decisione dellAutorità nazionale palestinese, che ha la sovranità su Betlemme, di indire un bando per il restauro, bando vinto dalla Piacenti di Prato. In questo momento, a Betlemme, sono venti gli italiani al lavoro, tra cui, ovviamente, diversi pratesi. Con loro dieci restauratori locali.
Fonte: “Toscana oggi”
(domenica 29 novembre 2015)
(domenica 29 novembre 2015)