Al centro degli editoriali anche alcune riflessioni sugli episodi di violenza di questi giorni con al centro i giovani e luso delle nuove tecnologie, che hanno riproposto drammaticamente la questione educativa. Il compito educativo – ricorda Marino Cesaroni, direttore di Presenza (Ancona-Osimo) – spetta a ognuno di noi: genitori, insegnanti, educatori e ogni altro componente della società civile. Sul Cittadino (Genova) monsignor Nicolò Anselmi, responsabile del Servizio diocesano di pastorale giovanile, a conclusione del convegno nazionale Cei (Genova, 10-13 febbraio), spiega che educare vuol dire aiutare e accompagnare i ragazzi, gli adolescenti, i giovani a intraprendere lavventura della propria vita, a uscire dal porto e a dirigersi verso lorizzonte. Limpegno educativo è il più bel dono che una comunità adulta possa offrire alle giovani generazioni. Per Lauro Paoletto, direttore della Voce dei Berici (Vicenza), se i giovani sono il futuro, dovrebbe essere preoccupazione comune dare dei riferimenti credibili, maturi e solidi a generazioni che per definizione sono ancora in fase di formazione. Salvatore Coccia, direttore dellAraldo Abruzzese (Teramo-Atri), invita a riprendere la cultura della motivazione e dellapprezzamento delle professionalità e a promuovere uno spirito collaborativo e non inquisitorio: Solo in questo modo la nostra società potrà elevarsi. Da Luigi Sparapano, direttore di Luce e Vita (Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi), un appello: Riprendiamoci i nostri figli!. I social network, dencuncia lEco del Chisone (Pinerolo), sono la cloaca delle nostre emozioni, delle frustrazioni, degli umori della giornata, peggio: di quei dieci minuti. Dal pensiero allazione con un battito di tastiere: difficilmente cè spazio per la riflessione, il ponderato, il discusso, il davvero condiviso.