LA POLITICA ITALIANA

“A chi serve una crisi?”; “Incertezza e rischio deriva”; “Il disfattismo e la realtà della crisi”; “Le Istituzioni sono lo specchio del Paese?”… Sono alcuni titoli che ben sintetizzano il momento attuale della politica italiana, alle prese con l’ennesima crisi di governo. “La cronaca di questi ultimi giorni – osserva Guglielmo Frezza, direttore della Difesa del Popolo (Padova) – lascia quantomeno disorientati. Il governo Letta non sarà ricordato come uno dei più incisivi e brillanti della storia repubblicana”. Detto questo, però, “a chi serve ora una crisi?”. In queste ore, afferma Ettore De Faveri, direttore della Valsusa (Susa), bisogna nuovamente registrare “una distanza siderale tra l’Italia e le sue Istituzioni. Se i nostri politici non sono apprendisti stregoni, la smettano di venderci almanacchi. L’Italia del fare (quello vero) ha bisogno di capitani coraggiosi”. Paolo Lomellini, editorialista della Cittadella (Mantova), ribadisce “il dovere di ‘voler bene al proprio Paese’, di credere (al di là del cinismo regnante) che ogni azione per il bene comune che possiamo fare, per piccola che sia, vale sempre la pena di essere perseguita”. È d’accordo Alessandro Repossi, direttore del Ticino (Pavia), che aggiunge: “Se la politica si dimentica di difendere il ‘bene comune’ delle persone, ha fallito la sua missione. È un concetto sul quale invitiamo a riflettere anche chi nei prossimi mesi si presenterà come candidato alle elezioni europee e a quelle amministrative”. Per Vincenzo Tosello, direttore di Nuova Scintilla (Chioggia), “è triste constatare che il gioco politico si ripete nei suoi frusti copioni, mentre la nazione ha bisogno di una guida sicura ed efficace. (…) Vogliamo smettere le beghe e procedere il più possibile concordi sui punti ormai noti delle riforme urgenti e dell’urgente cambio di passo in economia? Noi continuiamo a sperare che… non sia mai troppo tardi!”. Di economia e lavoro parla anche il Nuovo Diario Messaggero (Imola) con una nota di don Ottorino Rizzi, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro. “Alla pastorale del lavoro – spiega Rizzi – interessa valorizzare il bene che già c’è nella vita civile ed economica perché lì, dove ci sono germogli, stanno maturando frutti nuovi”. Amanzio Possenti, direttore del Popolo Cattolico (Treviglio), predica “pazienza”, perché “non s’improvvisa un rilancio, assolutamente indispensabile, dopo una crisi così lunga, ampia e violenta”. Per Giuseppe Rabita, direttore di Settegiorni dagli Erei al Golfo (Piazza Armerina), “la crisi può anche essere un’opportunità” se s’investe su quanto “è già in parte nostro patrimonio genetico”: “Il valore delle relazioni rispetto a quello dei beni materiali, il senso della vicinanza e della solidarietà verso le persone in particolari difficoltà, il senso del vicinato”.
Dalla politica nazionale a quella locale, dove iniziano a “scaldarsi i motori” in vista delle amministrative e, in alcuni casi, delle regionali. In Sardegna, ad esempio, domenica 16 febbraio si svolgeranno le elezioni del nuovo Consiglio regionale. Agli elettori si rivolge Roberto Piredda, direttore del Portico (Cagliari): “Tutti chiedono, giustamente, alla politica di non ignorare le esigenze della collettività. I cittadini per primi però, a iniziare dal proprio voto, non si devono tirare indietro”. Pierluigi Sini, direttore di Voce del Logudoro (Ozieri), registra l’attesa del territorio: “Tutti attendiamo che vengano valorizzate le grandi risorse che questo territorio detiene e che potrebbe dare delle risposte ai numerosi problemi che ormai da troppo tempo sono ignorati e irrisolti”. “Anche in Piemont…

Condividi