Al centro degli editoriali anche alcune riflessioni sul ruolo dei media cattolici. SullAraldo Abruzzese (Teramo-Atri) il vescovo, monsignor Michele Seccia, spiega gli obiettivi del settimanale diocesano: Essere autentici e propositivi, veicolando messaggi costruttivi e valori concreti, in una prospettiva di condivisione, ma anche di critica responsabile per offrire uninformazione chiara e puntuale sulla vita della Chiesa diocesana, rivolgendosi ai numerosi abitanti di un territorio articolato e denso di cultura e tradizioni, cresciuti a stretto contatto con il tessuto ecclesiale. Come media cattolici, osserva Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina), abbiamo bisogno di una maggiore stima reciproca e di realizzare il desiderio di fare rete, soprattutto nella Rete, espresso in numerose occasioni. Un invito fino a ieri, oggi quasi un obbligo, almeno morale, per tutti noi. Dobbiamo osare per incidere di più, senza alcun timore, senza paure di un domani che si presenta pieno dincognite. Mario Barbarisi, direttore del Ponte (Avellino), suggerisce di raccogliere linvito del segretario della Cei e raccontare laltro, la foresta, intesa come la moltitudine, la maggioranza di persone oneste. Quelle migliaia e migliaia di famiglie, aggiunge Amanzio Possenti, direttore del Popolo Cattolico (Treviglio), per le quali continua linesorabile calvario dei disagi e delle preoccupazioni. Gesualdo Purziani, direttore della Voce Misena (Senigallia), indica nella voglia di ricominciare ogni giorno la via per ritrovare la gioia e la pace del cuore. Roberto Piredda, direttore del Portico (Cagliari), ritorna sulla cultura del noi, di cui ha parlato il cardinale Bagnasco al recente Consiglio episcopale permanente. Questa cultura, afferma Piredda, passa per una capacità nuova di guardare agli altri: non estranei o nemici, ma fratelli. È il rischio della relazione e della solidarietà. Marco Caramagna, direttore della Voce Alessandrina (Alessandria), ricorda monsignor Luigi Riccardi, 88 anni, per trenta direttore del settimanale diocesano, morto il 4 febbraio. Don Luigi – confida Caramagna – ha insegnato a comprendere pienamente limportanza del volontariato nellinformazione, allevando generazioni di giornalisti attraverso una testata con pochi mezzi ma tanti lettori.