I GENITORI DENUNCIANO:
SUI TEMI SENSIBILI MANCATA CONSULTAZIONE

Dopo l’intervista al Sir del viceministro Maria Cecilia Guerra, un documento unitario di Age, Agesc e Faes: “Sul tema così delicato della ‘educazione all’affettività’ la primaria responsabilità educativa dei genitori non può essere minimamente scavalcata e richiedono con forza di partecipare alla definizione delle linee d’intervento a scuola”. Giudizio severo anche dal Forum delle associazioni familiari.
 
Associazioni familiari d’ispirazione cristiana sul “piede di guerra” a proposito della “Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere (2013-2015)”, in parole povere un’azione varata dal governo Monti e assunta poi dal governo Letta, con la quale si fanno “salire in cattedra” esponenti delle associazioni gay, lesbiche, bisessuali e transessuali per parlare di “discriminazione” ai ragazzi e giovani delle scuole italiane. Dopo aver letto l’intervista al Sir della viceministro Maria Cecilia Guerra (21 gennaio, clicca qui), i presidenti rispettivamente di A.Ge. (Associazione italiana genitori), Fabrizio Azzolini, e Agesc (Associazione genitori scuole cattoliche), Roberto Gontero, e il portavoce del Faes (Famiglia e scuola), Claudio Marcellino, hanno preso carta e penna e hanno stilato un documento in cui rispondono punto per punto alla senatrice del Pd e viceministro. Anzitutto affermano che questo documento, “redatto da funzionari pubblici e un’unica categoria di associazioni, quella cosiddetta Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali) è presentato come validato per il fatto di essere stato assunto da un ministro”. Secondo le associazioni “una discussione fra i rappresentanti politici eletti dai cittadini e un confronto con tutte le rappresentanze della società civile sarebbero più adeguati per arrivare a decidere su temi decisamente delicati che vanno a impattare direttamente nelle scuole sull’educazione delle giovani generazioni, a partire dalle scuole dell’infanzia”.
 
Dimenticato il Forum delle associazioni di genitori. “Il viceministro afferma che la Strategia nella parte riguardante le scuole intende fornire solo delle ‘indicazioni’ – si legge nel testo predisposto da Age, Agesc e Faes – e quindi ‘non c’è niente di predeterminato’: in realtà essa prevede – anche con finanziamenti pubblici previsti dal Decreto legge 12 settembre 2013, n. 104, art. 16 lettera d), oltre ai 500mila euro dichiarati dalla sen. Guerra stessa – azioni d’informazione, sensibilizzazione, monitoraggio e formazione su questa materia” e afferma che “è necessario elaborare strategie e progetti formativi strutturali all’interno dell’attività didattica, in maniera adeguata e sistematica, che coinvolgano tutti gli attori della comunità scolastica, in particolar modo le seguenti categorie: gli studenti, i docenti e le famiglie”, in particolare “valorizzando l’expertise delle associazioni Lgbt. Un po’ più che mere ‘indicazioni’”. Secondo il viceministro Guerra – aggiungono le associazioni – “si tratta di attività che vengono proposte, nessuna scuola è ‘obbligata’ a fare nessuna attività. Il ministero dell’Istruzione, d’accordo con noi, fa circolari che invitano a riflettere su questi temi. Le associazioni familiari invece non sono state coinvolte perché le famiglie sono rappresentate direttamente nella scuola”. Due osservazioni da parte degli estensori del documento: “Il confronto fra il ‘parere’ di un piccolo gruppo di genitori di una scuola e ‘l’indicazione’ che arriva da un ministero dell’Istruzione che gestisce tutte le scuole statali appare in partenza ‘sbilanciato’ a favore di quest’ultimo; se il ministero decide da solo cosa ‘indic…

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