Prima conferenza stampa del segretario generale ad interim, monsignor Nunzio Galantino. Illustrati gli orientamenti dei vescovi circa l’elezione del presidente della Cei. Il punto sulle Linee guida in materia di abusi sui minori da parte dei chierici. L’iniziativa per la scuola del 10 maggio: “Non faremo rivendicazioni di nessun genere. Non chiediamo nulla. Andiamo in piazza per ascoltare ciò che il Papa ha da dirci”
Se prima era il Papa che sceglieva e nominava il presidente della Cei, con ogni probabilità sarà ancora il Papa a nominarlo, ma attraverso il coinvolgimento di tutti i vescovi nellindicazione di una rosa di 10-15 nomi da sottoporre al Santo Padre, che poi sceglie chi vuole. Così monsignor Nunzio Galantino ha sintetizzato ai giornalisti – nella sua prima conferenza stampa in veste di segretario generale ad interim della Cei, in occasione della presentazione del documento finale del Consiglio permanente – la novità nellelezione del presidente della Conferenza episcopale italiana, il cui confronto sulle modalità ha occupato gran parte dei lavori. I presuli, infatti, hanno analizzato le proposte prevalenti per dare attuazione al compito ben preciso a loro assegnato dal Papa nellassemblea di maggio scorso. Con qualche sorpresa, ha riferito il segretario, la stragrande maggioranza dei vescovi ha ritenuto di mantenere la peculiarità del rapporto tra il Papa e la Chiesa italiana, che prevede che la nomina del presidente Cei venga dal Santo Padre. La revisione dello Statuto, ha precisato però mons. Galantino, è un work in progress: il Consiglio permanente di marzo sarà una prima tappa, la preoccupazione fondamentale è che tutta la Cei venga coinvolta, non abbiamo fretta. La Cei – ha ricordato a questo proposito – non è unistanza altra o superiore rispetto ai singoli vescovi: è un organismo diffuso e di servizio. La Cei sono tutti i vescovi, presi singolarmente e tutti quanti insieme.
LItalia non è la fotocopia di quanto successo in Parlamento. Mi sentirei ancora più umiliato, se dovessi pensare che lItalia è la fotocopia di ciò che è successo ieri in Parlamento. Riprendendo la frase usata dal cardinale Bagnasco nella prolusione, lItalia non è una palude fangosa, mons. Galantino ha detto che la bagarre di ieri nelle aule parlamentari è qualcosa di scandaloso, mortificante per lItalia, dove però cè gente molto più educata, consapevole del proprio ruolo, anche nello stesso Parlamento. Anche noi faremmo bene a tener presente questa parte del Paese davvero buona, linvito rivolto in particolare ai comunicatori, esortati a dare notizia di ciò che accade, ma anche a far capire che cè gente che cammina diversamente. Lesempio citato è la Calabria, regione dove è presente la criminalità organizzata e dove molto spesso chi non la pensa come la malavita, non ha gli strumenti per farsi sentire. È molta di più, cioè, la gente che non è daccordo con un certo stile di vita, con la maleducazione propagandata, vissuta ed esercitata. Altro esempio virtuoso, il lavoro straordinario dei volontari nelle carceri, non solo quelli cattolici, ma anche quelli senza etichetta.
I numeri della famiglia. I numeri devono aiutarci a fare una politica realistica, e non ideologica. Ne è convinto monsignor Galantino che ha parlato anche di famiglia. Sono arrivate circa 160-170 risposte ai questionari inviati dalla Cei in preparazione al prossimo Sinodo sulla famiglia, segno che cè stata una grandissima partecipazione delle realtà cosiddette periferiche. Quanto alla situazione generale, la famiglia fatta da un padre, una madre e dei figli, in Italia, è largamente, ampiamente e decisamente superiore ad altre forme di parentela affettiva. Sono convinto che le autorità pubbliche devono garantire a tutti i cittadini i propri diritti, ha affermato …