Cerano tutte le bandiere del mondo a piazza San Pietro il giorno di Pasqua. La benedizione urbi et orbi se possibile è stata ancor più universale, di fronte ad una folla multicolore.
Come in tutta la settimana santa i gesti e le parole di Papa Francesco, con profonda coerenza e dunque grande forza comunicativa, hanno trasmesso un messaggio univoco: Non chiudiamoci alla novità nella nostra vita, non chiudiamoci in noi stessi, non rassegniamoci. Sono le parole di un padre: non dobbiamo avere paura della novità. Un padre per ciascuno e per tutto il mondo. E tutti sappiamo quanto oggi ce nè bisogno, a tutte le latitudini e specialmente per noi, qui in Italia.
E un messaggio di gioia, per tutti i cuori, che si radica su una parola di speranza per ciascuno: Sempre vince la misericordia di Dio, ripete il Papa. E spiega: questo può farlo lamore di Dio. Dio ci ha aperto ad un futuro di speranza proprio con la Pasqua, perché la risurrezione di Cristo e più ampiamente il passaggio dalla schiavitù del male alla forza del bene, è un messaggio per tutti e per ogni giorno.
I discorsi di Papa Francesco sono brevi, semplici, nel senso di una semplicità potente che mostra la sostanza.
Così nel messaggio a Roma e al Mondo: mette a disposizione una (grandissima) risorsa, la fede, e la declina, da ogni singolo uomo al mondo intero. Con unimmagine classica ricorda che Dio parte dal deserto che cè in ciascuno, e lo fa fiorire, ripete linvito, incalzante e pacato: lasciamoci rinnovare dalla misericordia di Dio e conclude: Cristo è la nostra pace.
Quello che vale per luomo, gli uomini e le donne di oggi, vale anche per i popoli. Così, con tratti essenziali, ci fa percorrere un itinerario tra le sofferenze, le tensioni, le crisi del mondo di oggi, partendo dal Medio Oriente, passando per lAfrica con le sue guerre e le sue persecuzioni, per arrivare in Asia, alla nuova crisi in Corea. Ma oltre ai conflitti tra gli Stati e dentro gli Stati, il Papa non manca di ricordare, mentre invoca pace e giustizia a tutto il mondo, i grandi problemi trasversali che erano stati definiti strutture di peccato. Prima di tutto lavidità di chi cerca facili guadagni, e poi legoismo che minaccia la vita umana e la famiglia. Pace a tutto il mondo – ha proseguito -, dilaniato dalla violenza legata al narcotraffico e dallo sfruttamento iniquo delle risorse naturali. Denuncia con parole forti le schiavitù, la tratta delle persone, schiavitù del XXI secolo, e rinnova lappello a essere custodi e responsabili del creato.
La cifra di questa prima Pasqua di Papa Francesco è dunque la novità di Dio, che radica quelle prospettive di gioia, speranza, pace, cui tutti aspirano.
Ogni anno la Pasqua è loccasione per ripartire, ricorda il Papa. E questa ripartenza è forse proprio il senso di questo pontificato, che sta iniziando e già è un punto di riferimento sicuro e dinamico, per tutti. Così le novità, che così chiaramente Papa Francesco ha radicate e dispiegate, certo non mancheranno. Per riportarci al senso autentico delle cose e delle persone, con le porte aperte e il passo svelto, incontrando e abbracciando tutti. Come il Papa ha fatto con gioia e semplicità.
(Fonte Sir: www.agensir.it)
martedì 2 aprile 2013