SANTI SOCIALI

Per Corrado Avagnina, direttore dell’Unione Monregalese (Mondovì) e della Fedeltà (Fossano), servono “santi sociali targati terzo millennio. Forse ci sono già, un po’ nascosti e un po’ evidenti. E magari vanno riscoperti ed ascoltati, mentre ce la mettono tutta nel volontariato, nelle Caritas, negli oratori, nelle varie accoglienze, nei crocevia dei tanti che fanno fatica oggi… È probabile che siano più numerosi di quanto si pensi. Sono più squadra. Sono diffusi. E, magari, fanno meno notizia. Ma fanno l’Italia delle persone, della solidarietà, della speranza. Fanno più bello il tricolore”. “La sfida educativa è una chiamata, anzitutto per noi cristiani, a reagire, aprire gli occhi, sciogliere il nodo della lingua e proporre quella che il Papa stesso chiama ‘cultura alternativa’, frutto di coerenza di vita e di coinvolgimento personale – sostiene Giovanni Tonelli, direttore del Ponte (Rimini) –. In gioco c’è un diverso rapporto con Dio, con la natura (nel rispetto del creato), con le cose (non più viste come merci ma come beni), con le persone (riscoprire nell’altro, soprattutto nel più povero, il volto di Dio), con la mondialità (l’altro non più come minaccia, ma come dono)”. “Rimettersi sulla strada, nella compagnia di uomini e donne che sognano un mondo migliore, è compito di tutti, urgente e necessario”, dice Angelo Magnano, direttore del Letimbro (Savona-Noli).
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