Sul problema dei tanti migranti che stanno arrivando sulle nostre coste si sofferma leditoriale di Settegiorni dagli Erei al Golfo (Piazza Armerina): Trovare soluzioni comuni e condivise è possibile solo scegliendo la strada del Vangelo dove ogni persona ha un valore, ogni essere è una risorsa, dove ogni diversità, ogni colore è una bellezza ma soprattutto dove ogni essere ha cittadinanza. Per Guglielmo Frezza, direttore della Difesa del Popolo (Padova), le immagini che arrivano da Lampedusa hanno una forza che travalica le disquisizioni geopolitiche e non possono non sollecitare in primo luogo la nostra Chiesa. Gli uomini che si accalcano in fila forse sono rifugiati politici, forse sono immigrati clandestini, forse sono profughi. Ma prima dogni altra cosa sono uomini. Siamo dinanzi ad uninfinita emergenza umanitaria. Ed è già molto che finora non vi siano state reazioni scomposte degli stessi migranti, sottolinea Bruno Cescon, direttore del Popolo (Concordia-Pordenone). Si rivolge a don Stefano Nastasi, parroco a Lampedusa, sulle pagine dellAmico del Popolo (Agrigento) don Mimmo Zambito, parroco di Favara e promotore delle stazioni quaresimali a Lampedusa: La stagione buona viene dappertutto, ma ad essa ne sopraggiunge sempre unaltra di segno opposto. Ma ci sono tempi che non si contano a stagioni né a semplici gradi. Dillo ai tuoi che Lampedusa è ormai nella storia universale e per noi agrigentini, sempre stagione buona ed è Lampedusa sinonimo di speranza. Unemergenza umanitaria e una catastrofe organizzativa hanno per teatro in queste ore Lampedusa, porta dingresso dellEuropa di fronte alla terra africana, ricorda il Corriere Apuano (Massa Carrara-Pontremoli). Ma Lampedusa è in Italia? Viene da chiederselo in questi giorni in cui, a causa di una emergenza che qualcuno sostiene pilotata ad arte, migliaia di profughi, di uomini e donne disperati si accalcano sulla piccola isola a Sud della Sicilia, scrive Mario Banchio, direttore del Corriere di Saluzzo (Saluzzo). Di fronte alle immagini che arrivano da Lampedusa e al silenzio assordante con cui l’Europa prova a ignorare il dramma degli immigrati in terra siciliana, viene da chiedersi se il motto della rivoluzione francese libertà, fraternità, uguaglianza, marchio di qualità dei moderni Stati occidentali, non debba essere brutalmente, ma realisticamente, aggiornato, con il termine respingimento, ovvero la negazione dei principi a fondamento delle democrazie occidentali, osserva Lauro Paoletto, direttore della Voce dei Berici (Vicenza). Chi ha fame va a cercare il cibo dove ce nè in abbondanza: così fecero anche i nostri nonni, bisnonni e trisavoli. E di un piano Marshall per lAfrica quando ne sentiremo parlare?, domanda Alberto Margoni, direttore di Verona Fedele (Verona). Libia e Giappone al centro delleditoriale di Bonifacio Mariani, direttore del Nuovo Amico del Popolo (Chieti-Vasto): Il problema della centrale atomica di Fukushima allarga lo sguardo sulla questione del nucleare. La Libia è al centro dellattenzione delle nazioni anche per le ricchezze naturali di petrolio e di gas. A fronte di questioni così importanti, non sarà sufficiente ricorrere alle armi, né alla spartizione di privilegi e di aree di influenza. Il mondo diventerà sempre più piccolo e le nazioni sempre più villaggi: si stanno aprendo spazi sempre più grandi da percorrere nellincontro, nel dialogo, nella condivisione di regole e responsabilità.