L’ATTUALITA’ SOCIALE E POLITICA

Commentando le cronache di questi giorni, Giuseppe Rabita, direttore di Settegiorni dagli Erei al Golfo (Piazza Armerina), afferma che “tutti dovremmo fare ‘mea culpa’, anche se il processo è ormai avviato ed è irreversibile. Indietro non si può più tornare. Ma dove è finita la forza dirompente dei cristiani che con le sole armi del Vangelo hanno cambiato e segnato la storia di questi ultimi due millenni? Probabilmente dobbiamo guardare al futuro con preoccupazione”. Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina), rileva che attualmente “il Paese vive col fiato sospeso. (…) Bisogna recuperare la stima della gente. (…) Occorre uno sguardo più ampio, rivolto al futuro, alla ricostruzione di un tessuto sociale che si è andato smarrendo in troppi anni di anarchia culturale e di relativismo spinto all’eccesso”. “Ma quale costo avrà la situazione che si è venuta a creare, e quale ombra getterà sul Paese una conflittualità permanente che già sta facendo scempio delle istituzioni?”, domanda Guglielmo Frezza, direttore della Difesa del Popolo (Padova), per il quale “è questo il problema che abbiamo di fronte e a cui nessun interesse di parte può essere anteposto”. Per La Cittadella (Mantova), “l’icona di questa stagione può essere efficacemente rappresentata da un termine che sempre più caratterizza i rapporti nella società contemporanea: la pubblicità ingannevole”. Michele Murgia, direttore di Libertà (Sassari), registra “un disordine, gravido di ulteriore caos: dall’economia alla politica, dalla morale alla cultura, di crisi in crisi… e giù, sempre più in basso, lungo le pendici di una modernità che sembra aver perso non solo la bussola, ma persino l’altimetro”. Bruno Cescon, direttore del Popolo (Concordia-Pordenone), ricorda che “la trasgressione morale attiene alla sfera della coscienza di ciascuno ma anche alla sfera pubblica. La separazione tra i due ambiti non è così netta”. Bonifacio Mariani, direttore del Nuovo Amico del Popolo (Chieti-Vasto), ribadisce che “la situazione italiana richiede idee, coraggio, novità”. Da qui “una provocazione”: “Dopo tanti partitini, nascerà chissà un ‘partito dei giovani’? Immaginate quante idee, quante energie, quanto tempo davanti, quanto interesse di costruire il futuro”. Secondo Vincenzo Rini, direttore della Vita Cattolica (Cremona), “il modo migliore per leggere l’attuale situazione” è “riscoprire l’autonomia di pensiero, (…) ritrovare la libertà di coscienza nel giudizio, confrontare le azioni e le scelte personali e pubbliche in base al loro vero valore e significato”. Nicola Paparella, direttore dell’Ora del Salento (Lecce), prende spunto dal carnevale per riflettere sulle maschere che vengono indossate ogni giorno: “Oggi non c’è limite. Ci si maschera e il giorno dopo si insiste, anzi, si rincara la dose. (…) Quanto a pentirsi, non se ne parla, non sembra un’operazione che va di moda”. Al riguardo Giordano Frosini, direttore della Vita (Pistoia), sottolinea l’importanza della scelta dei vescovi italiani di dedicare questo decennio pastorale all’educazione: una scelta che “propone impegni di grande spessore e di fondamentale importanza”. Bruno Cappato, direttore della Settimana (Adria-Rovigo), commenta invece lapronuncia della Corte di Cassazione che invita il legislatore a “provvedere ad un ampliamento dell’ambito di ammissibilità dell’adozione di un minore da parte di una persona singola”. “Se la famiglia rappresenta il pilastro della società, il nucleo che la tiene in piedi – dice Cappato – ecco che allora – distruggendo la famiglia – si distrugge la società stessa”.
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