Contributo alla sfida educativa. Riprendendo gli Orientamenti pastorali per il decennio, mons. Giuliodori ha sottolineato tre aspetti che devono interpellare i settimanali diocesani. In primo luogo la convinzione che la scelta delleducazione deriva non da unemergenza sociologica, ma è unesigenza connessa con la missione evangelizzatrice della Chiesa. Secondo, leducazione si realizza allinterno delle relazioni umane e nellapertura alla relazione con Dio. In terzo luogo appare necessario realizzare una grande alleanza educativa tra tutti i soggetti a vario titolo coinvolti. Nellottica di un progetto educativo che veda crescere le sinergie tra i diversi soggetti va, secondo il vescovo, un laboratorio che, a partire dallo studio degli Orientamenti, consenta ai settimanali diocesani e agli altri media della comunità ecclesiale di dare il loro imprescindibile e fondamentale contributo al cammino della comunità ecclesiale.
Abitare i nuovi media. Mons. Giuliodori ha poi fatto riferimento alle rapide e profonde trasformazioni che sta vivendo il mondo della comunicazione, ricordando che gli Orientamenti cinvitano ad abitare in modo consapevole e intelligente questo nuovo contesto esistenziale. Di fronte allaffermarsi di una piattaforma comunicativa sempre più ampia, dinamica e interattiva, caratterizzata soprattutto dal dilagare dei social network, la comunicazione tradizionale su supporto cartaceo sembra destinata a scomparire. Fenomeno che, tuttavia, non appare così scontato, mentre è ineludibile il confronto con i nuovi linguaggi mediali e, soprattutto con le nuove dinamiche antropologiche che li accompagnano. In questo scenario i settimanali diocesani hanno una partita da giocare di straordinaria rilevanza e agli operatori della comunicazione è chiesto di contribuire in modo decisivo alla salvaguardia e alla promozione di una comunicazione buona, perché è evidente che nessuno potrà educare alla vita buona senza una buona comunicazione. E la via di unequilibrata e intelligente contaminazione con i linguaggi della rete senza perdere la qualità e la forza della riflessione tipica dei settimanali diocesani potrebbe essere la via maestra su cui incamminarsi.
Legame con il territorio. La forza dei settimanali diocesani, ha rilevato il presule, è il radicamento ecclesiale e il legame con il territorio. La loro peculiarità sta nellessere sguardo illuminato dalla fede e voce profetica della comunità ecclesiale nel territorio geografico, sociale e culturale della diocesi. La forza dei settimanali deriva quindi dal radicamento nel tessuto ecclesiale e dalla costante lettura, con gli occhi della fede, della vita concreta di un determinato territorio. A tal riguardo, ha precisato, occorre una riflessione culturale che riprenda il valore del territorio e ne attualizzi il significato alla luce di profonde e veloci trasformazioni culturali e sociali, poiché il territorio oggi più che mai ha bisogno di prospettive e orizzonti nuovi che, senza nulla togliere a unidentità, lo rendano cantiere di futuro. Mons. Giuliodori ha quindi evidenziato che la missione dei settimanali è quella di fare cultura cristianamente ispirata. Non si tratta ha detto di una cultura marginale o confessionale, ma in grado dintercettare le domande vere e decisive per la vita delluomo contemporaneo, come ci ha insegnato in questi anni il progetto culturale della Chiesa italiana.
Sinergie tra media ecclesiali. Ancora, tra le sfide che i sett…