Della crisi della politica italiana si occupa leditoriale del Corriere Apuano (Massa Carrara-Pontremoli): È quanto meno stucchevole accendere un televisore o sfogliare un quotidiano e trovarsi in una rissa continua, con pettegolezzi della peggior specie, mentre si perdono di vista cose ben più serie: lincremento del tasso di povertà, la crisi monetaria che svolazza sullEuropa, la disoccupazione, la demotivazione dei giovani, la gestione dellimmigrazione, il debito pubblico, il crollo del mercato dellauto…. Per Corrado Avagnina, direttore dellUnione Monregalese (Mondovì) e della Libertà (Fossano), la politica impari ad uscire dalle secche di schermaglie che non producono un granché. Sia capace di farsi carico, di prendersi cura, di spendesi per gli altri… Non si riduca a difendere il potere e coloro che lo gestiscono. Si riversi sulla comunità, non si asserragli nei palazzi.
Crisi economica e crisi politica nelleditoriale della Guida (Cuneo): Per affrontare problemi di queste dimensioni ci vorrebbe finalmente un governo credibile, più che non elezioni anticipate: tutte cose che sanno bene il presidente della Repubblica, il mondo imprenditoriale e, si spera, i cittadini italiani, di più i piccoli risparmiatori preoccupati per le loro economie in euro che non i signori della finanza internazionale. Sulla crisi economica riflette Vincenzo Rini, direttore della Vita Cattolica (Cremona): La crisi economica è prima di tutto una crisi culturale e, di conseguenza, etica. Si è fatta strada una concezione delleconomia, della convivenza, della vita, segnata dalla mancanza di regole: tutto e subito, ad ogni costo. Consumare troppo, oltretutto, produce anche troppi rifiuti: Probabilmente introducendo il concetto che più sporchi e più paghi si potrebbe scoraggiare questo sistema, ma probabilmente i consumi diminuirebbero, si perderebbero posti di lavoro e questo non conviene a nessuno. Perciò, alla fine la logica sarà: tiriamo a campare e cerchiamo di goderci la vita; saranno le future generazioni a risolvere i problemi che lasceremo loro in eredità, osserva Giuseppe Rabita, direttore di Settegiorni dagli Erei al Golfo (Piazza Armerina). Altro male dei nostri giorni, per Nicola Paparella, direttore dellOra del Salento (Lecce), è il chiudersi in se stessi: Lindifferenza ci stringe il cuore e ci oscura la mente. Ci trascina, perché tanto non costa nulla. Anzi, ci toglie persino dagli impicci. E nella nostra indifferenza, cresce limmoralità, si organizza il malaffare, si diffondono i vizi e si corrompono i costumi.