I giornali diocesani dopo Testimoni digitali. Con questo slogan la Federazione italiana dei 187 settimanali cattolici (Fisc) celebrerà dal 25 al 27 novembre, a Roma (via Aurelia 800), la XVI assemblea nazionale elettiva. I lavori saranno aperti, alle ore 17.15 del 25 novembre, da mons. Claudio Giuliodori, presidente della Commissione episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali; a seguire, la relazione di don Giorgio Zucchelli, presidente uscente della Fisc. Con lassemblea spiega Zucchelli si chiude un triennio denso di attività. In questi tre giorni faremo il punto della situazione associativa, verranno proposti gli obiettivi per i prossimi anni e verrà eletto il nuovo Consiglio nazionale. Venerdì 26 novembre sono in programma la celebrazione della Santa Messa presieduta da mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei (ore 8.30), e ludienza particolare di Benedetto XVI (Vaticano, ore 12). Sabato 27, infine, il dibattito su Quale futuro per la carta stampata nel mondo digitale?, al quale parteciperanno mons. Domenico Pompili, sottosegretario Cei e direttore dellUfficio nazionale per le comunicazioni sociali, padre Antonio Sciortino, direttore di Famiglia Cristiana, e Marco Tarquinio, direttore di Avvenire. Sul tema dellassemblea, ma non solo, abbiamo rivolto alcune domande a don Giorgio Zucchelli.
Quali prospettive per la Fisc, per i giornali cattolici del territorio, dopo Testimoni digitali?
È evidente che per il futuro limpegno dei giornali Fisc sarà quello dintegrarsi con i media presenti in Internet. Circa 80 testate hanno già il corrispettivo on line. La sfida come è anche emerso al congresso della stampa cattolica organizzato in ottobre dal Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali è integrare le varie tipologie di media. Nel futuro, dunque, bisogna pensare a uninformazione integrata (giornali, radio e siti Internet). E dato che si tratta di una nuova frontiera, tutti i giornali sono chiamati a impegnarsi in questo senso con gli altri mass media diocesani. Tutto ciò, tenendo sempre presente quanto sottolineato al convegno Testimoni digitali, ossia che il vero obiettivo è riuscire a mettere insieme la Rete con la presenza, lon e loff line. Ed è qui che i giornali del territorio possono dare molto in termini dincontro, di partecipazione, di riflessione….
I vescovi hanno dedicato questo decennio pastorale allarte delleducazione. Su questa linea, che coinvolge anche i media cattolici, quale contributo specifico dalle testate Fisc?
I nostri settimanali sono impegnati in questa bellissima e difficile arte. Un giornale educa di per se stesso. Non perché scrive articoli sulleducazione ma perché offre, attraverso le sue pagine, un modo di pensare la vita, una cultura ispirata ai valori cristiani. Questo è lelemento fondamentale: i nostri giornali educano nella loro stessa struttura dinformazione. Da qui limportanza della presenza delle nostre testate in quanto tali. A questo però occorre aggiungere un secondo passo che, in questi dieci anni, sarà quello di affrontare il tema delleducazione così come viene trattato dai vescovi negli Orientamenti pastorali. E lo faremo secondo la nostra tipologia tipica, ossia raccontando le esperienze del territorio e raccogliendo interventi e riflessioni sullimpegno educativo della Chiesa.
La Settimana Sociale da poco conclusa ha segnato, con altre iniziative, come il Forum delle famiglie, Retinopera e Scienza & Vita, una ripresa della presenza dei cattolici in ambito sociale e politico. Storicamente i settimanali cattolici locali hanno accompagnato questo impegno: come continuare in questa direzione, in una realtà complessa e fram…