Al centro degli editoriali anche tre vicende che stanno segnando il dibattito politico e culturale in Italia e in altri Paesi europei. La prima riguarda la sentenza con cui la Cassazione ha confermato l11 gennaio quanto stabilito dalla Corte dappello di Brescia in merito allaffidamento esclusivo di un minore alla madre che ora convive con unaltra donna, rigettando il ricorso del padre. Non si utilizzi questa decisione – ammonisce il Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina) – per legittimare lideologia che crescere in famiglia e crescere con due persone dello stesso sesso, per un bambino, sia la medesima cosa. Sarebbe un grave vulnus, un grave attentato alla civiltà umana. Proprio il contrario di una conquista di civiltà. Per il Nuovo Giornale (Piacenza-Bobbio), è evidente che i membri della Cassazione non sono a conoscenza di tutta la letteratura scientifica sul tema. O forse sì, ma allora fingono di non sapere e, pertanto, sono loro a essere caduti nel mero pregiudizio, lo stesso che ha portato la Francia a un passo dal matrimonio omosessuale. Lopposizione alle nozze e alladozione gay è una difesa della ragione naturale, non è una posizione religiosa. (…) Tutto questo non è questione di poco conto, è in gioco la nostra antropologia, il benessere non economico, ma quello esistenziale, morale e spirituale della nostra società. La Voce del Popolo (Brescia) ospita il parere di Giuseppe Mari, docente di pedagogia allUniversità Cattolica: Il figlio è bene che abbia madre e padre o, comunque sia, un uomo e una donna che se ne prendono cura: se questo non accade, lunico adulto in campo fa il possibile per supplire la presenza mancante. Il fatto che si possa verificare questa condizione deficitaria, non significa che sia auspicabile né che si debbano promuovere forme genitoriali nelle quali lintenzionale cancellazione di uno dei due generi è incoerente rispetto alla genealogia della vita. Il bene del figlio, la sua educazione in sintonia con la sua origine rimandano sul piano antropologico alla comunicazione tra uomo e donna.
La seconda vicenda, di cui parlano i settimanali, riguarda la manifestazione (La Manif pour tous) che si è svolta domenica scorsa, a Parigi, contro il progetto di legge presentato dal presidente Hollande che apre al matrimonio e alladozione per le coppie gay. Hanno sfilato in tanti – rileva Bruno Cescon, direttore del Popolo (Concordia-Pordenone) – quasi un milione di persone per dire no alle nozze gay e alladozione. Un padre e una madre per i bambini, lo slogan dei cortei. A sostegno persino alcuni omosessuali. E persone di diversa ispirazione religiosa e laica. Molte forze politiche, molti politici, pur in disaccordo con Hollande, non hanno voluto esporsi. Per il timore di vedersi appiccicata letichetta di oscurantista. Per Vincenzo Rini, direttore della Vita Cattolica (Cremona), i cristiani devono attivarsi, in alleanza con tutte le persone che credono nei valori delluomo e della donna, nonché della convivenza, in una mobilitazione anzitutto culturale e poi politica. Non si può permettere che siano minoranze potenti e prepotenti a cambiare il significato fondamentale della vita e della famiglia.
La terza vicenda riguarda il problema del gioco dazzardo. Se ne occupa Gino Mecca, direttore dellAraldo Abruzzese (Teramo-Atri): Il gioco, come si sa, produce fenomeni di dipendenza e rovina di tante famiglie, con grave compromissione sociale e finanziaria, anche per prestiti usuranti. (…) È inaccettabile che uno Stato, e per esso le autorità ai vari livelli, autorizzi e incoraggi abitudini nocive per la società e non ponga un freno alla diffusione del gioco a tutti i livelli, dai locali alle slot machine disseminate ovunque, alle scommesse on line.