Lavorare con il territorio, con progetti che rispondano a esigenze specifiche, ad esempio per la formazione, ponendosi a servizio delle diocesi, dei vescovi e di quanti nelle Chiese locali hanno responsabilità nella comunicazione. È limpegno dellUfficio comunicazioni sociali della Cei, declinato dal neo-direttore, don Ivan Maffeis, a margine dellincontro con direttori diocesani e incaricati regionali per le comunicazioni sociali, in corso oggi a Roma. Dal centro – spiega don Maffeis – le diocesi si aspettano proposte concrete e semplici. Siamo in un tempo in cui il territorio fa fatica, si stenta ancora a credere che la comunicazione sia decisiva per la pastorale. Allora, ai grandi convegni privilegiare iniziative mirate di formazione, occasioni di confronto e pensiero, come pure facilitare la messa in circolo di buone prassi ed esperienze positive che nascono nei territori. Nelle nostre diocesi – osserva – limportanza della comunicazione rischia di essere avvertita nella sua rilevanza quando ci si trova costretti a comunicare perché vi è una pressione esterna, magari a seguito di spiacevoli casi di cronaca. In questi casi ci si rende conto che servirebbe un buon ufficio, come pure rapporti corretti e veri con i giornalisti. Ma una buona comunicazione non simprovvisa. In gioco – conclude – cè la possibilità di far sentire la propria voce o, viceversa, il rischio di restare afoni.
Fonte Sir: www.agensir.it
(givedì 28 maggio 2015)