PAPA FRANCESCO

Sui settimanali spazio anche ad alcune riflessioni sul Pontefice. “Controcorrente”: per Giordano Frosini, direttore della Vita (Pistoia), è “la nuova parola-programma di Papa Francesco, che giorno per giorno, in un vero e proprio crescendo, richiama i fratelli di fede alle loro esigenti responsabilità”. E “andare controcorrente significa essere se stessi, rispettare e onorare la propria identità, mantenere coerenza con le proprie convinzioni, nonostante le difficoltà crescenti, diventare un esempio vivente per i vicini e i lontani, testimoni di un mondo diverso, dove gli egoismi sono assopiti se non vinti e dove regna incontrastato l’imperativo dell’amore, annunciatori di un mondo come dovrebbe essere e non come è”. A pochi giorni dalla storica visita di Papa Francesco a Lampedusa, la Voce dell’Jonio (Acireale) propone alcune riflessioni: quella del Papa è stata “una condanna dell’indifferenza, e un invito a piangere e a condividere la sofferenza degli altri, di questi ultimi, che sono anch’essi fratelli e persone dotate di dignità umana”. Pure Giovanni Tonelli, direttore del Ponte (Rimini), parla della visita a Lampedusa: “È la globalizzazione dell’indifferenza, che il Papa denuncia come malattia mortale dei nostri tempi”. Perciò, è necessario “un cambiamento a volte totale, una vera conversione. Ma il Papa è convinto e noi con lui, che tutto ciò sarà utile a noi come al fratello nel bisogno, perché ci ridona il bene più grande che abbiamo, la nostra umanità, la capacità di piangere e di sorridere, la com-passione, un significato al nostro correre, spesso invano”. Per Cammino (Siracusa), sono state splendide le parole del Papa sull’incapacità di piangere davanti alla sofferenza dei nostri fratelli: “L’osservazione colpisce in modo particolare perché tocca il nervo dolente della nostra società: la desensibilizzazione corporea e affettiva di ciò che si genera nella relazione. Passare davanti a un uomo che soffre, che è ferito, che ha fame, che ha bisogno di aiuto, senza farci modificare da lui, ma continuare la nostra strada sempre in corsa, vuol dire non sentire cosa sente quell’uomo, continuare a camminare e fare le nostre cose anche se c’è un uomo che muore accanto a noi”. Il Corriere Apuano (Massa Carrara-Pontremoli) afferma: “Papa Francesco, a Lampedusa, ha ricordato la tragedia dei migranti. Un gesto rivoluzionario quello di mettere i profughi in prima fila, mostrando un’isola provata da decenni di sbarchi e di campi profughi sovraffollati sino a sembrare carceri”. Secondo la Guida (Cuneo), “il Papa venuto ‘dalla fine del mondo’ apre i suoi viaggi con Lampedusa, affinché la fine diventi inizio: testimonianza non facile da dare davanti al braccio di mare che ha inghiottito l’equivalente in naufraghi di dodici Titanic”.

 
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