MONS. SCOTTI: “LA FONDAZIONE RATZINGER
È PATRIMONIO PER TUTTA LA CHIESA”

A tre anni dalla costituzione della Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, il suo presidente monsignor Giuseppe Antonio Scotti traccia un bilancio delle numerose attività compiute – dal Premio Ratzinger ai Convegni internazionali, dalle pubblicazioni editoriali agli eventi patrocinati –, e anticipa in questa intervista quali saranno i futuri appuntamenti che vedranno protagonista la Fondazione.

 
 
Monsignor Scotti, nel 2013 la Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, di cui lei è Presidente, ha compiuto tre anni. Prima di tentare un bilancio del triennio, le vorrei chiedere se il Papa emerito viene informato dell’attività svolta dalla Fondazione che porta il suo nome. Lei ha qualche feedback?
Papa Benedetto è costantemente informato, anche perché il suo segretario particolare, monsignor Georg Gänswein, fa parte del Consiglio di amministrazione della Fondazione. Non bisogna dimenticare che, come ha detto Papa Francesco, Benedetto XVI “faceva teologia in ginocchio”. Informarlo è il modo migliore per far sì che la Fondazione che lui ha voluto diventi ricchezza e costruisca futuro per tutta la Chiesa.
 
Parlando alle attività della Fondazione, inizierei dall’appuntamento più noto, il Premio Ratzinger, giunto alla terza edizione.
Certo, l’ha appena ricordato, il 26 ottobre scorso per la prima volta Papa Francesco ha consegnato il Premio Ratzinger, assegnato quest’anno al biblista anglicano Richard Burridge e al teologo tedesco Christian Schaller. Diventano così sette coloro che sono stati insigniti di questo prestigioso riconoscimento. Tre sono laici: l’italiano Manlio Simonetti, il francese Rémi Brague e Christian Schaller. Quattro, invece, sono religiosi: l’austriaco padre Maximilian Heim, lo spagnolo don Olegario González Hernández de Cardedal, il gesuita statunitense Brian Daley e l’inglese Burridge.
Il fatto che Papa Francesco abbia voluto consegnare personalmente il Premio dice in maniera chiara quanto lui tenga al futuro della Fondazione.
 
Veniamo adesso a quelli che nello Statuto sono chiamati “Convegni di alto valore culturale e scientifico”. Anche di questi incontri si è celebrata nell’ottobre scorso la terza edizione…
Sì. Il primo Convegno si è svolto a Bygdoszcz, in Polonia, nell’ottobre del 2011, sul tema Pellegrini della verità, pellegrini della pace, accompagnando il pellegrinaggio di Benedetto XVI ad Assisi. Si è tenuto all’Università privata Kujawsko-Pomorska, dove è poi nato il Centro Studi Ratzinger.
Il secondo ha avuto luogo nel novembre del 2012 a Rio de Janeiro. Con il tema Cosa fa sì che l’uomo sia uomo, si è voluto offrire un contribuito scientifico alla preparazione della Giornata mondiale della gioventù. Si è svolto all’Università cattolica di Rio e ne è nata la Cattedra Ratzinger.
Il terzo e più recente, nella forma di Simposio internazionale, si è tenuto a Roma lo scorso ottobre presso l’Università Lateranense, sul tema I Vangeli: storia e cristologia. La ricerca di Joseph Ratzinger, offrendo un contributo scientifico di alto profilo al dibattito sulla trilogia su Gesù di Nazaret, proprio come aveva chiesto Benedetto XVI nell’introduzione del primo volume.
 
Nel concreto, abbiamo qualche numero?
Il primo Convegno ha coinvolto 32 università europee, con 450 partecipanti fra docenti e studenti. Il secondo 140 università latinoamericane e 700 partecipanti. Il Simposio sulla trilogia di Ratzinger ha raggiunto la cifra record di 103 università a livello mondiale e quasi 500 partecipanti.
In soli tre anni sono state quindi coinvolte nell’attività della Fondazione 275 università a livello mondiale e oltre 1600 persone fra docenti e studenti.
 
Quando e dove si svolgerà il quarto Convegno?
Per il 2014, fra l…

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