Linformazione è un bene cui tutti i cittadini hanno diritto e non può rispondere solo alle logiche di mercato. Pertanto i contributi alleditoria sorti per incoraggiare la democrazia informativa e per mettere un sostegno a un mercato pubblicitario sbilanciato verso i maggiori network sono fondamentali per il pluralismo informativo. Lo ribadisce il presidente della Fisc, Francesco Zanotti, in una lettera scritta ieri alla prima Commissione Affari costituzionali del Senato, a seguito dellaudizione avuta il 5 maggio scorso dove era accompagnato dalla Vicepresidente Chiara Genisio e dal Coordinatore del Comitato Tecnico Consultivo Sergio Criveller. Zanotti suggerisce piuttosto di modificare la denominazione di questi contributi identificandoli come Fondo per il pluralismo e la libertà di informazione ed avverte che chiudere giornali significa togliere spazio ed espressione a gran parte della gente che in quei giornali si ritrova e si riconosce. Significa impoverire il dibattito culturale, spesso appiattito su slogan urlati e non meditati e condizionato dalle grandi reti. Significa anche tagliare le radici storiche e umane a molta parte del territorio italiano che spesso fa riferimento a fogli di provincia che non finiscono nelle rassegne stampa nazionali. Fogli, come tutta la stampa locale, che ancora tengono nel rapporto con i lettori, nonostante la gravissima crisi in atto di tutto il settore. Il presidente della Fisc ripercorre quindi le cifre dei giornali associati alla Federazione: 191 periodici diocesani, per lo più cartacei e quasi tutti anche nella versione on line (1 agenzia, 9 online, 1 quotidiano, 2 bisettimanali, 126 settimanali, 18 quindicinali, 29 mensili, 5 esteri) presenti in circa 170 diocesi, coprendo gran parte del territorio nazionale; oltre 500 dipendenti di cui 250 giornalisti e migliaia di collaboratori; quasi un milione di copie a settimana per 3-4 milioni di lettori stimati. In questi ultimi anni aggiunge stanno sorgendo numerose nuove testate, soprattutto nel Sud del Paese, in territori dove a volte non esiste alcuna stampa locale. Lauspicio è che questa testate ottengano il riconoscimento di una propria identità, magari come Periodici locali di informazione, in quanto giornali di informazione generale, diffusi in un determinato territorio.
Fonte Sir: www.agensir.it
(martedì 10 maggio 2016)