EUROPA

Anche l’Europa non è messa troppo bene. “Siamo lontani anni luce dai sogni dei padri fondatori che dopo la guerra immaginarono un’Europa dei popoli e delle culture, unita nelle differenze”, denuncia Luciano Sedioli, direttore del Momento (Forlì-Bertinoro). Di fronte alle tante tragedie del nostro tempo, osserva Paolo Lomellini, editorialista della Cittadella (Mantova), “l’Europa è ancora troppo succube delle beghe tra questo e quello dei suoi Stati membri. Ancora troppo limitata ai dibattiti sullo zero virgola qualcosa, in più o in meno, su una delle varie tabelle economiche (pur necessarie, ma non sono le tavole della Legge!). Un’Europa che deve insomma cambiare passo, avere l’ambizione di mettere in gioco le sue migliori radici, culturali e spirituali plurisecolari”. Anche l’Italia ha un ruolo da giocare in Europa, sottolinea il Ticino (Pavia): “Valorizzare in Europa l’espressione della nostra storia millenaria significa tanto fare un servizio agli europei e soprattutto ai giovani, quanto mettere in condivisione con gli altri popoli valori, obiettivi culturali e artistici raggiunti e che possono essere di utilità comune”. Di qui l’invito a “richiedere un contributo in questo semestre a presidenza italiana che fornisca scelte e indirizzi sui valori più che scelte tecniciste”.

 
 
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