Sui giornali diocesani spazio ai principali fatti di cronaca. In tanti commentano la graduatoria del Sole 24 Ore sulla qualità della vita nelle provincie italiane. Davide Maloberti, direttore del Nuovo Giornale (Piacenza-Bobbio), riferisce che questanno siamo al 17° posto. In qualcosa però siamo primi, cioè nel settore della popolazione, dove si tiene conto di densità demografica, tasso migratorio, coppie in crisi (divorzi e separazioni), giovani (da 0 a 29 anni), investimenti in formazione (laureati ogni mille giovani dai 25 ai 30 anni) e stranieri regolari rispetto al totale della popolazione. Il Corriere Eusebiano (Vercelli) fa sapere che la provincia si conferma posizionata oltre la metà della classifica: al 60° posto. Complessivamente, dunque, resta collocata nellarea della mediocrità, in buona compagnia di quasi tutte le altre province piemontesi. Come, ad esempio, Biella che – si legge sul Biellese – perde 8 posizioni. Eravamo a metà classifica nel 2012 e ora scendiamo al 62° posto. Siamo penultimi in Piemonte, ci segue solo Novara. Tra i problemi più sentiti emerge quello della sicurezza. Angelo Zema, direttore di Romasette.it, torna a occuparsi della vicenda delle baby-prostitute denunciando, ancora una volta, il virus dellafasia educativa che ha già contagiato tanto. Marco Piras, direttore dellArborense (Oristano), riporta la delusione di oltre 130 enti sardi, di cui molte piccole cooperative e imprese non-profit, che a causa dei ritardi causati dalla Pubblica amministrazione sono in una situazione di emergenza lavorativa. Il Nuovo Diario Messaggero (Imola) propone una riflessione sulle cooperative, mentre ci si avvia verso il sesto anno di crisi. Pare, si legge nelleditoriale, di essere giunti a un punto di svolta. A quel momento in cui, se non si va alla ricerca di strade nuove, se non si mettono in atto cambiamenti forti, il rischio per il territorio imolese diventa perdere un patrimonio economico e sociale insostituibile. Giorgio Bardaglio, direttore del Cittadino (Monza e Brianza), si occupa dellindignazione della gente per il caos del pagamento della Tares (Tributo comunale sui rifiuti e sui servizi). La conseguenza – annota Bardaglio – è la pressione che sale e un tappo che ho limpressione possa saltare alla prima occasione buona. Amanzio Possenti, direttore del Popolo Cattolico (Treviglio), tematizza invece il futuro dei giornali con linterrogativo: Carta stampata, sì o no?. Per ora, risponde, analizziamo la situazione: anche dal nostro osservatorio – un piccolo giornale di 92 anni – il domani della comunicazione appare ibrido e incerto. Ma siamo certi che, continuando a dialogare con il lettore, a fargli amare il territorio e soprattutto a fargli cogliere lessenza del messaggio cristiano, il giornale potrà ancora godere di un lungo (spero affascinante) periodo di presenza.