CRISI E TAGLI

Di fronte allo scenario politico ed economico dell’Italia, e più in generale dell’Europa, per Corrado Avagnina, direttore dell’Unione Monregalese (Mondovì) e della Fedeltà (Fossano), “abbiamo bisogno di uno sguardo lungo”, “che a sua volta costa una buona dose di fiducia (purtroppo per ora piuttosto carente)” per affrontare le “scelte di ridimensionamento, di riduzione, di tagli”. “Siamo obbligati a riprendere in mano una logica di sobrietà, che va coltivata il più possibile come valore e non solo come mortificazione inevitabile”. “Stiamo sfiorando il ridicolo”, afferma sul Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina) il direttore Francesco Zanotti, dal momento che “non c’è intervento preannunciato che non veda una levata di scudi”. “I sacrifici vanno fatti, da subito. Adattiamoci per gradi, prima che sia troppo tardi. Non facciamo cure da cavallo che rischiano di fare stragi inutili. Usciamo dalla condizione di assistenza per passare a quella di sostegno e arrivare a quella di autosufficienza. Per non chiamarci fuori, cominciamo pure dall’editoria, ma da oggi, non da ieri, come sta avvenendo con i tagli che riguardano i contributi 2011. E così facciamo per tutti”. “Il clima di austerità che il governo ha imposto all’Italia e a L’Aquila”, secondo Claudio Tracanna, direttore di Vola (L’Aquila), “potrebbe essere d’aiuto per leggere il nostro passato con sguardo critico e per costruire il futuro facendo tesoro di quanto accaduto. Sono certo che il governo non abbandonerà L’Aquila, ma penso che dipenderà molto da noi, se finalmente, una volta per tutte, cambieremo mentalità. Dipenderà soprattutto da quello che sapremo dimostrare al nuovo esecutivo”. “Se ogni cittadino non farà la ‘cresta’ sulla ricostruzione – conclude Tracanna – allora penso che ‘SuperMario’, nonostante la congiuntura economica internazionale, non abbandonerà L’Aquila”. Il 2012, riconosce Amanzio Possenti, direttore del Popolo Cattolico (Treviglio), “sarà un anno duro per l’economia di tutta Europa: il Vecchio Continente dovrà fare i conti con una recessione (di fatto) e un’incertezza (altrettanto autentica) che accompagneranno – ospiti indesiderati – i giorni”, mentre in Italia “il governo Monti è impegnato al massimo per far uscire il Paese da una condizione al limite del baratro”. Il Ticino (Pavia) pensa alla “politica che verrà”: una politica per la quale occorre “formulare programmi e sfornare idee”; ma ora “prioritaria su tutto è la riforma della legge elettorale”. Stefano Fontana, direttore di Vita Nuova (Trieste), interviene sulle liberalizzazioni, dicendosi contrario al decreto. “Le riforme di questo genere – scrive – non hanno solo un significato economico ma anche culturale e sociale e da questi punti di vista mi sembra che siano molto dannose”.
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