Alcuni editoriali concentrano lattenzione su politica e malaffare: A Renzi e al suo governo – dichiara Pino Malandrino, direttore della Vita Diocesana (Noto) – il compito di fare le riforme per ripulire le istituzioni e la pubblica amministrazione da tutte le incrostazioni; ai partiti, il dovere di assecondare e agevolare tale percorso; a noi cittadini limpegno di dare a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quel chè di Dio, nel senso di rispettare, insieme, le norme etiche e le leggi dello Stato, con limpegno di rifuggire da ogni tentazione di corruzione nostra e altrui. Di fronte agli episodi di corruzione che coinvolgono anche i politici, lAraldo Abruzzese (Teramo-Atri) propone: Se la corruzione dilaga e i partiti con i loro uomini intascano i soldi del malaffare la prova tangibile del cambiamento etico non è tanto la denuncia di chi si è macchiato di questo reato quanto la restituzione del maltolto, che appartiene alla comunità. La normalità – servire con orgoglio il proprio Paese – sembra aver lasciato il passo alleccezione – la corruzione, annota con rammarico il Nuovo Giornale (Piacenza-Bobbio). I nuovi scandali, dallExpo al Mose, fanno crescere lindignazione, sostiene Vincenzo Finocchio, direttore dellAppennino Camerte (Camerino-San Severino Marche): Rincresce costatare – afferma – come la politica arrivi sempre in ritardo e la classe imprenditoriale, seppure con lodevoli eccezioni, non sa offrire un lavoro al prezzo più ragionevole né guadagnare il giusto senza sotterfugi illeciti.