È su Abitanti digitali leditoriale di Vincenzo Finocchio, direttore dellAppennino Camerte (Camerino San Severino Marche): È necessario essere presenti in rete ha affermato uno dei partecipanti , soprattutto per cominciare a seminare domande. Infatti sono troppe le affermazioni, i punti esclamativi, ognuno immette la sua verità, invece occorre aiutare a ragionare e favorire il confronto. Se vogliamo testimoniare il Vangelo anche mediante la rete un altro ha aggiunto dobbiamo sapere in quale cultura lo seminiamo. Quella rappresentata e vissuta in internet è diversa dalla tradizionale. La relazione con Dio, o con i fratelli è possibile attivarla/abilitarla anche secondo le regole dei new media?, si chiede Enzo Gabrieli, direttore di Parola di Vita (Cosenza), il quale scrive: Ciò è possibile, ma richiederà un passaggio ulteriore, quello che dal continente digitale riporta al reale, così come sta accadendo alle nuove generazioni che stanno abbandonando il web e i social network per incontrarsi nella realtà dei rapporti. Abitare la rete da cristiani osserva Giuseppe Lonia, direttore della Scintilla (Messina) significa offrire un filo di Arianna nei labirinti digitali, avere la stessa funzione delle campane in modo tale da far risuonare il Vangelo e da produrre contagio. Ecco la sfida che attende la Chiesa italiana nellera della connessione permanente.